Quando le anime si sollevano

Volevo scrivere una recensione bellissima appena terminata l’ultima pagina, ma mi mancavano le parole… e, soprattutto, non avevo tempo da perdere, perché dovevo subito andare avanti con la lettura di questa voluminosa “Trilogia di Haiti”, incentrata sulla rivolta degli schiavi neri capeggiata dal carismatico Toussaint L’Ouverture alla fine del XVIII secolo.

Ora che ho finito anche il secondo volume, Il Signore dei crocevia, e mi sono un po’ calmata, mi sforzerò. La colonia francese di Saint-Domingue, nel 1791, risente dei tumultuosi cambiamenti che stanno investendo la madrepatria. Sulla scena, gli attori sono molti e tutti con interessi contrapposti: fra i bianchi, i grandi proprietari che si servono della manodopera degli schiavi e la borghesia del commercio, più sensibile agli ideali rivoluzionari ma notevolmente meno estremista dei giacobini europei; i disprezzati ma spesso facoltosi meticci, che rivendicano gli stessi diritti dei bianchi; i neri, riuniti nelle piantagioni come schiavi o in bande di fuggitivi nascosti nelle foreste dell’interno, arrivati dall’Africa o nati sull’isola, uniti comunque dal patrimonio comune delle pratiche voodoo.

I destini di tanti personaggi, un medico da poco arrivato sull’isola e sua sorella, un grande proprietario schiavista e sua moglie, una prostituta meticcia, un mezzosangue figlio illegittimo di un bianco, uno schiavo in fuga, un soldato, un avventuriero, un singolare missionario, si intrecciano magistralmente su uno sfondo cupo di violenza che vede ciascuna fazione (bianchi, meticci, neri) inizialmente l’una contro l’altra, quindi in cerca di fragili alleanze sempre mutevoli, continuamente ribaltate e messe in dubbio, esplosioni improvvise di ferocia e inaspettate redenzioni.
Preoccupati per la piega sempre più radicale che sta prendendo la politica francese e convinti di poter facilmente controllare la situazione, un gruppo di grandi proprietari bianchi schiavisti prepara il terreno per una rivolta “dimostrativa” dei neri, che nelle loro intenzioni deve servire solo a spaventare l’opinione pubblica e il governo per attrarli dalla propria parte, ma che sfugge loro totalmente di mano, generando uno spaventoso massacro della popolazione bianca da parte delle bande dei ribelli, spesso disorganizzate e ferocemente assetate di vendetta per le tremende sofferenze patite, mentre i rappresentanti della Francia rivoluzionaria, dopo aver inizialmente cercato l’appoggio della componente meticcia, intraprendono una politica di alleanza sottile e rischiosa proprio con la popolazione nera, fino all’abolizione della schiavitù, per rendere irreversibile la radicalizzazione e sbarazzarsi dei realisti una volta per tutte. Nel frattempo, comincia a emergere la figura carismatica di Toussaint Bréda (che poi si farà chiamare Toussaint L’Ouverture), all’apparenza un umile schiavo nero non più troppo giovane esperto di erbe mediche, e invece in realtà l’unico che, probabilmente, ha di fronte a sé un obiettivo ben preciso e non negoziabile, la definitiva abolizione della schiavitù e la liberazione della sua gente, ed è in grado di muoversi abilmente e astutamente per raggiungerlo a qualsiasi costo.

Si possono fare paralleli con un’altra “trilogia” da me letta di recente, quella dello scrittore danese Thorkild Hansen (questo post e successivi): là l’autore non sceglieva la strada dell’invenzione narrativa ma ricostruiva, concentrandosi su alcune figure rappresentative realmente esistite, più o meno note o nomi che hanno lasciato solo una flebile traccia di sé e da lui sottratti all’oblio, la storia del commercio, del trasporto e del trattamento degli schiavi, stavolta nelle colonie danesi nelle Antille. L’effetto era quello di una panoramica a tutto tondo e che abbracciava diversi secoli, ma la maggiore affinità con l’opera di Madison Smartt Bell si ha probabilmente nell’ultimo capitolo della trilogia, Le isole degli schiavi, in cui viene narrata, con piglio tragicamente romanzesco, la sanguinosa rivolta nell’isola di Saint John del 1733, tentata da Kong Juni, capo-tribù africano: là, però, la violenza vendicatrice si sfogò e si esaurì in se stessa, non riuscì a saldarsi a un compiuto progetto politico, anche perché non poté approfittare di un contesto favorevole come quello della Rivoluzione francese, e rimase un episodio destinato al più totale fallimento. Ma ciò nonostante le due figure dei comandanti, pur diversissime, grazie alle penne di Hansen e Bell assurgono a una dimensione epicamente tragica e di profonda dignità (più nota, naturalmente, la figura di Toussaint L’Ouverture, su cui esiste un’ampia letteratura).

Per tornare a Quando le anime si sollevano, accanto alla forza e all’importanza dei temi trattati, non bisogna trascurare il fatto che questo libro regala anche ore di piacere puro grazie alla sua trama avvincente e avventurosa. È meraviglioso anche come riesca a essere commovente e a descrivere con forza e persuasione grandi passioni, tenendosi tuttavia lontano da qualsiasi scivolone nel sentimentalismo, e mantenendo anzi un tono asciutto e spesso brutale (qualcuno, su Goodreads, lamentava l’eccessiva violenza di certe scene e di certe immagini: ma essa è essenziale per far comprendere appieno la realtà delle atroci condizioni di vita nelle piantagioni, delle inumane punizioni, l’esasperazione degli sfruttati, lo stato di tensione e sospetto costante).

Un romanzo-fiume (ma le successive puntate della trilogia sono ancora più voluminose) che però, se lo leggerete, scorrerà via alla velocità della luce… e più vi avvicinerete alla fine, più vi rincrescerà il pensiero che siete “solo” a… svariate centinaia di pagine dalla conclusione e dovrete prima o poi risvegliarvi da questo incantesimo.

Se devo proprio trovare un difetto (che poi forse è da rimproverare più all’edizione italiana che all’opera in sé), la cartina di Haiti sul risvolto di copertina è un po’ troppo sommaria, una grande quantità dei luoghi citati nel romanzo non è presente e si finisce per perdere l’orientamento fra i continui spostamenti dei personaggi.

Questo è un romanzo scoperto totalmente per caso: stavo esplorando il catalogo di questa casa editrice a me finora sconosciuta, Alet, per arricchire un po’ il database di Goodreads. Oh, giorno fortunato!

Madison Smartt Bell, Quando le anime si sollevano (trad. Bona Flecchia), voto = 5/5
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