Giulia 1300 e altri miracoli

Mamma mia, che voglia avevo, qualche mese fa, di possedere questo libro! L’avevo scoperto su Goodreads e ne avevo letto solo recensioni entusiaste, l’ho cercato in lungo e in largo (è reperibile comodamente ovunque, ma io ho fatto voto di acquistare solo usato se ve ne è la possibilità) e non ho letteralmente avuto pace finché finalmente non me lo sono accaparrato su eBay. Ed è sempre un bene, quando libri tanto desiderati poi si rivelano ottimi acquisti e ottime letture (ricordo il “tragico” caso La svastica sul sole…).

Diego è un quarantenne che fa un lavoro che non ama, è cronicamente insincero e immaturo e nei rapporti umani non ha mai investito tutto se stesso, preferendo non impegnarsi. Fausto è un quarantenne che fa un lavoro che non ama e si appiglia alle apparenze come il macchinone e il fisico palestrato per mascherare la sua insoddisfazione. Claudio è un quarantenne che fa un lavoro che non ama, si sente sempre inadeguato e insignificante e ha paura di prendere il minimo rischio, convinto che andrà sempre tutto male. Per una serie di circostanze questi tre “italiani medi” si imbarcano insieme in un’impresa che – sperano – riuscirà finalmente a dare una svolta alle loro vite: acquistare e ristrutturare un casolare in Campania e aprirvi un agriturismo. A loro si unisce un quarto socio, Sergio, che sembra, al contrario di loro, un leader nato. Naturalmente all’inizio le dinamiche fra i protagonisti sono all’insegna della diffidenza, della neanche troppo nascosta derisione e antipatia reciproca (voce narrante per quasi tutto il romanzo è Diego), mentre si moltiplicano i tragicomici contrattempi e le disavventure, che però, invece di decretare il fallimento inglorioso dell’impresa, poco a poco, inaspettatamente, li avvicinano e li aiutano, in modo diverso da quello che in origine si erano immaginati, a dare nuovo senso alle loro vite… Ma Giulia 1300 e altri miracoli non è una farsa, perché anzi la squadra finisce per scontrarsi con un problema tutt’altro che divertente, e cioè quello della camorra che esige una fetta dei profitti… che viene gestito in modo piuttosto “originale”!

… la storia, e soprattutto la premessa, mi hanno ricordato molto il recente film di Carlo Verdone Posti in piedi in Paradiso (ovviamente posteriore al libro, e ovviamente le somiglianze devono intendersi come casuali): tre sconosciuti alle prese con una vita grigia e avara di soddisfazioni che si ritrovano, quasi per caso, a condividere un progetto sulle prime strampalato e votato al fallimento che, però, finisce per coinvolgerli e cambiarli (nel film la convivenza in un appartamento preso in affitto, qui il sogno dell’agriturismo). In genere tutta l’atmosfera mi ha ricordato la comicità dolceamara di Verdone e la sua capacità di ricreare situazioni e personaggi “tipici” ma allo stesso tempo autentici, di fare riflessioni mai pesanti ma comunque profonde sulla vita. Forse dovrebbero scrivere un film insieme, Bartolomei e Verdone. Mantenendo un tono sempre leggero e godibile, Bartolomei riesce in più momenti a toccare diversi punti “sensibili”, primo fra tutti ovviamente la forza di penetrazione della camorra e i motivi che sfortunatamente la rendono, più che una scelta attraente, l’unica possibile per alcune fasce della società, ma anche, su un piano più privato, le insicurezze e la paura di cambiare e di aprirsi che in molti ci portiamo addosso. E la conclusione evita scappatoie consolatorie del genere “i nostri da soli sconfiggono la camorra”, ma lascia comunque con una carica positiva.

In realtà questo è un libro “da centellinare” con oculatezza perché sennò, complice anche il fatto che il grosso della storia è narrata in un unico gigantesco capitolo, suddiviso in paragrafetti, preso dal racconto saresti tentato di non fermarti più e finiresti il romanzo in un pomeriggio: e sarebbe un peccato. Io c’ho provato, sono andata più lenta di quanto avrei potuto, e comunque, nella mia “furia divoratrice” (devo leggere di più! di più! e quando sto leggendo un libro sto già pensando al prossimo!), non sono riuscita a far meglio di tre miseri giorni. Eppure credo che questo sia uno di quei libri che ti ritornano in mente con piacere anche a distanza di tempo, e i cui episodi salienti fa piacere rievocare con un sorriso.

La lettura è stata tanto veloce quanto la recensione lenta a scriversi: un po’ certamente per pigrizia, ma in effetti un po’ anche perché in rete se ne possono trovare di molto più belle, divertenti, originali, complete della mia, come ad esempio questa e soprattutto questa.

Fabio Bartolomei, Giulia 1300 e altri miracoli, voto = 4/5
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2 commenti

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2 risposte a “Giulia 1300 e altri miracoli

  1. Io questo libro non lo avevo mai senhtito nominare. Ma non si può non tenere conto di tanto entusiasmo nel cercarlo e nel recensirlo 😀 lo annoto tra i prossimi libri da cercare!

    • Un bel libro, ben scritto e ben costruito: neanche io l’avevo mai sentito e sono stata convinta dalle recensioni positive, che erano veramente tante e tutte concordi. Poi questo è il romanzo d’esordio di Bartolomei, quindi complimenti a lui

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