Tess dei d’Urberville

Certo che, dopo aver letto questo stupendo libro, il primo pensiero è quello di suicidarsi perché… che tristezza! L’eroina è, se possibile, più disgraziata della mitica Lovely Sara del cartone animato della nostra infanzia.

Esempio di letteratura di epoca vittoriana un po’ programmatica: l’autore, Thomas Hardy, intende, credo, esporre la sua visione dei danni generati dall’allontanamento dalle leggi della “natura” e dall’adesione alle inique leggi della “civiltà”, e quindi la vicenda della protagonista, Tess, è trattata un po’ come la dimostrazione di un “esperimento” (significativo che le sezioni del romanzo, invece di essere chiamate al solito “parti”, siano denominate “fasi”: Fase I, Fase II, etc.). Proprio la natura è splendida coprotagonista, con i suoi paesaggi da attraversare, l’evolversi delle stagioni e soprattutto la descrizione del lavoro dell’uomo che si adatta ai suoi ritmi, con toni forse già un po’ nostalgici, vista l’epoca (1891).

Sì, però… La vicenda commuove e appassiona (ho letto il romanzo, di circa 500 pagine, in pochi giorni), ma fa anche molto incazzare. Racconterò tutta la trama dell’opera, perciò, se vi interessa, non proseguite.

Tess Durbeyfield è una ragazza di 16 anni buona, laboriosa, saggia e, sfortunatamente per lei, molto molto bella. Viene da una povera famiglia che, però, scopre casualmente di discendere nientepopodimeno che dall’antica e illustre casata, ormai decaduta, dei d’Urberville (il cognome “Durbeyfield” è un’evidente corruzione): questa notizia prelude all’incontro della protagonista con il suo giovane e lontano cugino (in realtà si appurerà in seguito che non sono parenti) Alec d’Urberville, ricco e dissoluto, che si invaghisce di lei. Tess lo respinge, ma viene violentata da costui, rimane incinta, partorisce un bambino che muore piccolissimo. Per aiutare la famiglia, in condizioni di estrema povertà, e anche per allontanarsi dai commenti malevoli del paese, parte e va a lavorare in una vaccheria in un altro villaggio, decisa a passare in solitudine il resto dei suoi giorni.
Lì però conosce Angel Clare, e fra i due, poco a poco, nasce l’idillio. Tess, dopo avergli a lungo resistito non ritenendosi degna di lui per via della sua “colpa” passata, alla fine cede all’amore per quell’uomo così perfetto e puro, però non ha il coraggio di parlargli della violenza subita, neppure quando accetta la sua proposta di matrimonio. Si tormenta a lungo domandandosi se lui abbia il diritto di sapere per poter, eventualmente, rifiutarsi di prenderla in moglie, e tuttavia non dice nulla, troppo spaventata all’idea di perdere l’uomo dei suoi sogni e che ormai venera come un dio: e veramente Angel è buono, dolce, premuroso, affettuoso, colto, tenero tanto quanto Alec era lascivo, egoista e senza scrupoli.
Angel e Tess dunque si sposano. La sera del giorno delle nozze, finalmente, volendo essere del tutto onesta con lui, fiduciosa che il suo adorato sposo saprà capirla, Tess si azzarda a rivelare ad Angel il suo segreto… ed egli la respinge! Non è la donna che credeva, perché non gliel’aveva detto prima, e BLA BLA BLA. Con la morte nel cuore, le comunica che si devono per forza separare, chissà, forse un giorno la perdonerà e ci saranno le condizioni per riprendere a vivere insieme, per il momento però lui partirà e andrà all’estero, lei per qualsiasi problema si rivolga ai suoceri. Ma ciò che ancora di più fa girare i coglioni è che Tess è talmente, diciamolo pure francamente, succube di quest’uomo perfetto che lei vede come la personificazione di tutte le virtù, cui è tanto grata per essersi chinato dalle sue altezze su lei povera creatura indegna, che finisce per dire sì, per carità, è giusto che io sia punita e che tu non mi perdoni per non averti detto prima di essere stata violentata! Quattro anni fa!!! Quando neanche ti conoscevo!
E quindi ecco, marito e moglie vanno ognuno per la propria strada: Angel, triste e sconsolato, parte per il Brasile, Tess nasconde alla famiglia che quella separazione forse è definitiva e, non volendo ricorrere ai suoceri per l’assistenza e dovendo provvedere ai genitori e ai fratelli, si adatta a lavorare duramente in un’altra località della regione, sempre lodando il grande senso di giustizia di Angel e dandosi la colpa di tutto, e avanti così per un anno buono.
Casualmente, la donna si imbatte di nuovo nel suo antico seduttore, Alec, il quale, nel frattempo, aveva provato a redimersi dalla sua vita di dissolutezze e sicuramente non è più lo stesso individuo spregevole di qualche anno prima, ma che, dopo aver rivisto Tess, si sente di nuovo preso dalla passione. E sì, probabilmente tutte le mosse che fa verso di lei, come offrirsi di sposarla e provvedere alla sua famiglia, hanno il secondo fine di riconquistarla, però almeno cerca di riparare in qualche modo ai danni che ha fatto, almeno, cazzo!, mostra di interessarsi e non se ne parte per il Brasile come quel mostro del marito!! Poi si dirà che io tengo sempre per i cattivi e addirittura mi metto a prendere le difese di uno stupratore, ma porca miseria! Non a caso Roman Polanski, che ha tratto un film dal romanzo, nell’intervista in appendice al volume dice: “In realtà, se Angel è un «idealista», nel suo genere è ripugnante quanto Alec. Anzi, al limite mi sembra che Alec nel suo cinismo sia quanto meno più onesto, addirittura più simpatico” (p. 519). Eh già!!
Comunque Tess non ne vuol sapere dell’uomo che le ha rovinato la vita e vive nella speranza che un giorno il marito tornerà, finché, dai e dai, complice anche il fatto che Angel dal Brasile non si è mai fatto vivo (anche perché, a onor del vero, è stato a lungo malato; Tess invece gli ha scritto lettere piene di amore e sottomissione), scrive a Mr Clare questo meraviglioso biglietto che voglio riportare integralmente:

Oh, perché mi hai trattata in modo così mostruoso, Angel? Io non me lo merito. Ci ho pensato tanto e non potrò mai, mai perdonarti! Tu sai che non intendevo farti un torto… e perché dunque hai voluto fare questo torto a me? Sei crudele, tanto crudele! Cercherò di dimenticarti. Dalle tue mani non ho ricevuto che ingiustizia. T.

Brava! Nel frattempo, in Sudamerica, Angel, poverino, soffre lontano dalla donna che nonostante tutto ama ancora, e decide, bontà sua, che forse forse è stato un tantino troppo severo con lei, e quindi torna in Inghilterra per riprendersela. Troppo tardi, coglione, quando la ritrova lei è già divenuta l’amante di Alec.
Finisce così dunque? Tess ricca e al fianco di un uomo affascinante che sbava per lei e Angel che se la prende meritatamente in quel posto? Troppo bello! Perché questa qui lo ama proprio, suo marito, e quindi fa una scenata ad Alec, “tu mi avevi detto che non sarebbe più tornato! tu mi hai distrutto la vita!”, e lo uccide. Quindi lei e Angel scappano, vagano per alcuni giorni per le campagne, fino a che Tess non viene arrestata, processata e impiccata.

… Ma vaffanculo!

Ditemi voi quale donna può leggere questa roba e non avere la tentazione di scagliare il libro fuori dalla finestra! Che poi non si può odiare Tess, come fai, è davvero troppo buona e sfigata e ne sopporta così tante, ma i due uomini, mio Dio!! E sì, certo, è vero che l’autore è totalmente dalla parte della sua eroina (il romanzo ha come sottotitolo “Una donna pura fedelmente presentata da Thomas Hardy”: pura, nonostante la violenza, nonostante alla fine si trasformi in un’assassina), che non gli piacciono neanche un po’ né Alec né Angel, e che tutto ciò è indicativo della morale vittoriana e che è istruttivo vedere in che razza di condizioni si trovavano le donne in un passato neanche troppo remoto, ma porca miseria! Porca miseria!

Alcuni commentatori dicono, riferendosi all’omicidio commesso da Tess, che finalmente, solo a quel punto, la donna si ribella alle ingiustizie di cui è vittima, ma ormai può farlo solo in questo modo disperato e violento. Mi dispiace, ma io non la vedo così: a me l’inizio della ribellione sembra quella meravigliosa letterina ad Angel che ho riportato sopra, ma mi rendo conto che vedo la cosa con la mentalità di una persona del XXI secolo.
Bel libro.

Thomas Hardy, Tess dei d’Urberville (trad. Aurelio Zanco), voto = 4/5
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2 commenti

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2 risposte a “Tess dei d’Urberville

  1. In questo momento ho come l'impressione di essere sottilmente (ma nemmeno troppo) masochista dicendo che mi è venuta voglia di leggerlo.E solitamente non sono nemmeno amante di certe tragedie…

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