I Dracula timidi

Una recensione sul Corriere della Sera e, forse, altre trovate su Internet mi hanno spinta all’acquisto di questo libretto: lo spunto di fondo è, sì, presentare in chiave metaforica la svolta epocale segnata dall’avvento di cinema e fotografia e il cambiamento nella fruizione dell’arte rispetto al teatro, impersonato dalla figura della cantante detta “la Stilla”, che infatti simbolicamente “muore” in scena (oppure no? Non voglio svelare troppo), però, dopo tutto, il sottotitolo dell’opera è “Romanzo d’appendice” e, proprio come i migliori esempi di tale genere, soprattutto nella prima parte essa riesce davvero ad avvincere e divertire o, come si dice efficacemente in inglese, è un vero “page-turner”. In uno stile aggraziato a metà tra favola, romanzo gotico e d’avventura, ma con spruzzate di ironia “contemporanea”, fino alla metà, nel lungo antefatto in cui si accavallano vari flashback, il romanzo pullula di trovate e colpi di scena, fra trovatelle senza nome, viaggi, misteri, strani personaggi (delizioso l’excursus sulla bizzarra stirpe dei Gortz). A metà racconto, quando sembra che gli eventi siano precipitati e l’azione pare sul punto di iniziare, una svolta ben congegnata e inaspettata segna il passaggio alla parte più “filosofica” del libro.
Una lettura più che piacevole, tutto sommato, cui muovo solo due appunti: non si dice “la cantante soprana” o “la soprana”, e peccato non aver sfruttato di più, dato lo scarso numero di pagine, una potenziale figura di cattivo così sinistra e potenzialmente affascinante come il marchese di Sangro!

Giovanni Mariotti, I Dracula timidi, voto = 3/5
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