Van Dyck

Il mio consiglio, che forse per chi è un appassionato lettore sarà perfettamente inutile perché lo saprà già benissimo da solo, è frequentare assiduamente mercatini del libro usato, dell’antiquariato, fiere e così via. Io avrei dovuto dedicarmici già molto tempo fa, e invece, dopo che anni e anni fa con mio grande dolore chiuse quella bellissima libreria chiamata Novecento, in via dei Priori, che offriva sempre scaffali interi di libri usati scontati del 50%, compresi molti saggi storici, non mi attivai subito per trovare un’alternativa, che pure c’era. E anche durante il periodo dell’università sfruttai pochissimo l’opportunità della compravendita dell’usato, che mi avrebbe fatto risparmiare un bel po’ di soldi. Fortuna che ho finalmente capito la lezione: a Perugia ho scoperto le librerie Perugia Fumetti (che, nonostante il nome che a lungo mi aveva ingannato, non tratta solo fumetti) a Ponte San Giovanni e a Olmo, e Trace in via della Pescara. C’è sempre poi il mercatino dell’antiquariato in centro l’ultimo sabato di ogni mese: giusto ieri ne sono tornata con tre libri acquistati al prezzo complessivo di 15€. Quasi sempre i volumi sono in condizione più che dignitosa, anzi alcuni sembrano come nuovi, e si fanno sensazionali scoperte (fra le mie più gradite ci sono state i diari di Goebbels e il diario di Samuel Pepys, questo davvero insperato). Certo, l’inconveniente è il rischio di tornarsene a casa con acquisti non programmati ma fatti per l’impulso del momento, che vanno drammaticamente ad accrescere sempre di più la pila dei libri da leggere prima di morire… Ah, dimenticavo, c’è anche eBay da considerare, e Amazon per chi mastica l’inglese (specialmente in questi tempi di dollaro debole!).

Comunque, tutto questo preambolo, che spero abbia potuto fornire qualche idea a qualcuno, per presentare la storia di questo libro, che in effetti non appartiene alla categoria degli usati perché l’ho acquistato ancora avvolto nella sua pellicola di cellophane, ma più probabilmente a quella dei remainders, altra tipologia benemerita. Preso all’annuale fiera dei morti del 2007, reca traccia visibile del risparmio che si riesce a fare se si ha la costanza di cercare anche fuori delle librerie tradizionali: il prezzo originario era 75.000 lire (il libro è del 1998), quindi 38,73€, poi ridotti a 20, poi ridotti del 50% a 10, e infine a 8: un bello sconto dell’80% per un volume di arte dignitosissimo e corredato di molte illustrazioni in bianco e nero e a colori, con begli ingrandimenti.

Peccato non mostri l’intero catalogo dell’artista fiammingo Anton van Dyck, celebre per i suoi ritratti, ma è interessante (anche se talvolta in stile un po’ troppo “romanzesco”) la biografia del pittore che precede le schede dei singoli dipinti, soprattutto nella prima parte in cui l’autrice dà conto di numerose scoperte d’archivio relative alla famiglia Van Dyck, alla sua situazione finanziaria e patrimoniale, ai rapporti di parentela, e le schede stesse, mai pedanti ma ricche di dettagli iconografici e utili per contestualizzare. Manca un apparato di note, ma probabilmente il pubblico pensato per il volume è quello degli amatori, più che degli specialisti.

Katlijne van der Stighelen, Van Dyck (trad. Maria Cristina Coldagelli), voto = 3/5
Per acquistarlo su ibs.it o libreriauniversitaria.it

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